Roma è sempre una sorpresa. Durante una calda e soleggiata mattinata di un Maggio sommerso dai turisti, i Musei Vaticani si pavoneggiano in tutto il loro splendore. Evito la folla e mi reco nella sezione Etnologica per visitare l’esposizione dedicata alla cultura aborigena australiana di cui Katherine mi aveva parlato. L’esposizione “Rituals of Life”, infatti, nasce dall’importante collaborazione tra il Museo Missionario Etnologico Vaticano e il National Museum of Australia di Canberra. Padre Nicola Mapelli (curatore della sezione etnologica dei Musei Vaticani), Margo Neale (Curatrice indigena e principale consulente del National Museum of Australia) e Katherine Aigner (assistente del curatore) hanno permesso la perfetta riuscita di questa interessante esposizione.
Collocati tra fine Ottocento e il primo ventennio del Ventesimo secolo, i circa 300 oggetti in mostra furono donati al Papa dalle comunità aborigene per l’Esposizione Universale Missionaria del 1925, prevalentemente dalle comunità Tiwi, Kalumburu e da New Norcia. Lungi dall’essere una mera vetrina di oggetti, questa esposizione vuole creare un ponte tra cristianità e spiritualità aborigena, riportando alla luce i manufatti e connettendoli alle loro origini. Mi colpisce l’impostazione innovativa di questo progetto, che vuole riconnettere le opere esposte con le loro comunità di provenienza attraverso la visita di Padre Nicola Mapelli in Australia.
Il nome “Rituals of Life” vuole sottolineare l’importanza e la forza dei riti nella vita quotidiana delle comunità aborigene. A questo scopo, la mostra segue una sottile linea rossa che permette di immaginare, udire, quasi partecipare ai riti quotidiani delle comunità. Da propulsori a scudi, da gioielli a ornamenti funerari, possiamo condividere i momenti più intimi di uomini, donne e bambini. Pratico e spirituale si mescolano e si confondono, dando vita a oggetti d’uso quotidiano come i Coolamon che, nati come recipienti di legno utilizzati per portare acqua e cibo, divengono occasionalmente rifugio di neonati dolcemente assopiti. Molto commovente anche la parte dedicata ai riti funerari, che accompagna il visitatore tra i cerimoniali utilizzati per accompagnare il defunto e la sua famiglia tra lance, pom pom, collane funerarie e pali funebri Pukumani. Le numerose didascalie ricollocano ogni oggetto nella sua posizione pratica, simbolica e storica, palesando la volontà di non celare gli oggetti in un passato immobile. Mi colpisce anche questo di questa bellissima esposizione: ho la sensazione di muovermi tra gli oggetti, non meno di quanto loro si muovano accanto a me.
Per saperne di più, maggiori informazioni nel sito ufficiale dei Musei Vaticani e del National Museum of Australia:
http://mv.vatican.va/2_IT/pages/z-Info/MV_Info_Mostre_04_etnologico.html
http://www.nma.gov.au/media/media_releases_index/aboriginal_treasures_at...